L'evoluzione del mobile antico e la nascita del mobile moderno
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Mobili moderni
Molti
architetti contemporanei hanno disegnato mobili moderni:
Frank Lloyd Wright, Charles e Henry Greene, Eeero Saarinen e Charles Eames negli Stati Uniti, spesso, per arredare gli edifici da loro progettati,
disegnavano mobili che potevano poi essere
prodotti industrialmente, come la sedia a piedistallo in plastica stampata, e la cosiddetta sedi di Eames in legno compensato e pelle.
Il design di Eames e Saarinen ebbe molto successo per la tendenza verso
modelli semplici e funzionali, leggeri di peso, unita a un recupero del design scandinavo e ad una crescente influenza orientale. Nuovi materiali sintetici vengono ora utilizzati nella produzione, tuttavia l'orientamento stabilito nel 1925 non ha subito variazioni sostanziali.
Prevale la
linearità, e l'ormolu, l'intaglio, la pittura, l'intarsio e le decorazioni in genere sono più usati. Ciò è in parte dovuto a un cambiamento nel gusto e nei processi di lavorazione.
Fra l'altro gli artigiani non sono oggi più in grado di usare le
vecchie tecniche.
Mentre il mondo diventa più complesso, i
mobili sono diventati stilisticamente più semplici.
Lavorazione dei mobili moderni
La
produzione dei mobili rimase artigianale fino agli inizi del secolo XIX, quando si diffusero le macchine utensili ad acqua e a vapore.
Le seghe meccaniche potevano tagliare e dare forma velocemente e in
quantità elevate; grandi presse a vapore resero possibile la stampa di motivi decorativi su legno, al posto del laborioso intaglio a mano.
I nuovi mezzi ridussero il
ruolo dell'artigianato: mentre un falegname doveva in passato seguire un lungo apprendistato e imparare a
realizzare interamente un mobili, a partire dal progetto, l'esecutore diventava ora responsabile di
un solo passaggio della produzione a catena, per esempio della tornitura delle gambe o dell'incollatura delle giunture dei cassetti.
Mobili moderni e l'arte contemporanea
Il modernariato
Il capitolo riguardante la storia moderna dei mobili ha i suoi fecondi inizi con l'attività delle
Arts and Crafts per la rivalutazione del manufatto artigianale e per i suoi sviluppi sia nelle manifestazioni dell'Art Nouveau, sia nelle successive affermazioni del razionalismo, fino ai grandi contributi apportati dalla scuola di arte e mestieri del Bauhaus.
Criteri, interpretazioni e risultati nettamente diversi da quelli del
mondo occidentale assumono e assolvono i mobili nel
mondo orientale per la diversa concezione e impostazione della vita.
Nell'
oriente islamico, l'uso di mobilia domestica è stata fino al secolo XIX assai scarsa per il particolare genere di vita condotto nei Paesi musulmani.
Nelle moschee, invece, frequenti alcuni
tipi di mobili (leggii per il Corano, casette e armadi per i testi sacri, sgabelli e pulpiti) in legno lavorato a
motivi geometrici, spesso riccamente intarsiato di madreperla o argento.
Nei
palazzi reali il mobile più sontuoso era rappresentato dal trono, d'importanza
centro asiatica, delle dimensioni di un letto o di un sedile per molte persone, con spalliera riccamente decorata
Nel
XX secolo la produzione di
mobili moderni, ormai
in serie, è divenuta materia del disegno industriale.
Nel
corso del 800, infatti, si passa dalla produzione artigianale a quella meccanizzata dei mobili. Questo provoca uno
scadimento qualitativo ed estetico delle arti applicate.
Contemporaneamente al sorgere di movimenti per il recupero della qualità artigianale, tra il 1907 e il 1917, in alcuni paesi europei imprenditori ed intellettuali fondano il Deutscher Werkbund, per salvaguardare la qualità della
produzione industriale del mobile.
Ma è soprattutto grazie agli artisti del Bauhaus che si cerca di colmare il distacco formatosi tra arte e artigianato.
Nel
secondo dopoguerra, il disegno industriale è venuto sempre più assumendo le caratteristiche di mezzo d'incentivazione della società al consumo.
Attualmente le esperienze più serie riguardano la sperimentazione di nuovi materiali per servizi e arredi d'uso collettivo (
mobile moderno).